La sigla QB fa pensare alle ricette dei dolci "zucchero Quanto Basta"... il che è anche divertente perché associa un senso voluttuoso ai vostri lavori! Ma in realtà è molto lontano dalla vostra poetica, giusto?
Nell'estate
in cui iniziammo a fare le nostre prime "performance" si
presentò il problema di avere un nome per il nostro duo. Faticammo un po' per trovare qualcosa che ci piacesse,
ma, come sempre, la letteratura ci venne in soccorso!
Alla
ricerca di qualche idea presi in mano "Delitto
e Castigo".
Rileggendo la prima pagina m'imbattei nella parola “quartierino”,
quello di Raskolnikov si poteva "abbracciare
con un solo sguardo"….
era proprio la sensazione d'intimità e miseria che danno quelle
pagine che sentivo appartenere al senso del nostro lavoro, appena la
lessi capii che avevo trovato quel che cercavo….
Caso
volle che in quel periodo stessi leggendo "Le Metamorfosi"
di Kafka: la storia di Gregor Samsa, il commesso viaggiatore che una
mattina scopre di essersi trasformato in uno scarafaggio, mi
impressionò moltissimo, mi balenò quindi l'idea di unire le due
cose, e così nacque il nome Quartierino Blatta.
Nei
primi tempi avevamo anche stilato una sorta di manifesto del q.b., in
cui avevamo messo su carta i punti principali della nostra poetica.
Una dichiarazione d'intenti che il nome q.b. ermeticamente racchiude
in sé: da un lato il nostro interesse per un certo tipo di
letteratura (da cui attingiamo gli scenari per le nostre
performance); dall'altra l' interesse per le scienze naturali, come
metafora e simbolo chiave per leggere la nostra società.
In
particolare per noi la "blatta" è l'animale simbolo
dell'emarginazione (sociale,
ma
sopratutto mentale) e della riorganizzazione dei propri spazi.
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