giovedì 21 febbraio 2013

OVER... and over again


L’uomo è luogo di immagini, spazio dove le immagini vengono prodotte e, al tempo stesso, riconosciute in triangolazione con il mondo e i mezzi per leggerlo.
Il corpo che abitiamo lascia tracce, segni, impronte.
E seguendo queste mollichine di pane ci cerchiamo in un tempo e in uno spazio in cui si spalancano dimensioni di riflessione.
Parafrasando (molto) liberamente Merleau-Ponty si potrebbe dire che non è tanto ciò che vediamo, ma l’enigma stesso del vedere e dunque del preservare, è il vero oggetto della fotografia. Fotografia che ci fa scoprire, quotidianamente, cosa è degno di essere guardato, salvato dal logorio del tempo e della memoria.
Ci aiuta a delineare la nostra identità e consegnarla al futuro.


da the Sound of Silence, testo in catalogo di Sonia Borsato


OVER - SABRINA OPPO

Il bianco ha bisogno del nero, per emergere.
Il silenzio lo si apprezza meglio dopo attimi di rumore.
La vista si esalta dopo momenti di cecità.
Una cecità non per forza fisica, non completa e avviluppante, eppure reale.
Che può essere redenta con la pratica di una contemplazione gentile, silenziosissima, in punta di piedi. Trattenendo il respito, quasi.
Considerare l’immagine sullo sfondo di un conflitto in atto e lo scatto, la fotografia, l'atto predatorio del rubare e conservare, un'azione necessaria, un atto dovuto.

da the Sound of Silence, testo in catalogo di Sonia Borsato


OVER_ Presentazione, Promo Video, Allestimento, Inaugurazione e Conversazione






PROMO VIDEO
Over - Mostra fotografica di Sabrina Oppo from Su Palatu_Fotografia on Vimeo.

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Lo spazio racconta
in attesa di OVER, personale di Sabrina Oppo
22 febbraio, ore 18





Allestimento








Inaugurazione










Conversazione

mercoledì 20 febbraio 2013

sabato 16 febbraio 2013

QB... il racconto del corpo

Come siete arrivate ad usare il corpo e quale messaggio trovate racchiuso nella fisicità che non potrebbe essere espresso con altri mezzi?

Il corpo è uno dei pilastri portanti nella composizione delle nostre foto: per le sue forme e la sua capacità di dialogare con ciò che lo circonda è una delle componenti più forti che può apparire all'interno di un immagine fotografica, ci si può giocare in svariati modi.
Siamo consapevoli che, di per sé, è portatore di codici scritti dalla storia e dalla cultura, stratificazione di concetti e di idee... non è semplice lavorare senza imbattercisi soprattutto per noi che non indirizziamo verso un particolare codice interpretativo per non vincolare il lettore ma lasciarlo libero ad interrogarsi davanti all'immagine.
Dal punto di vista estetico indubbiamente il fatto che entrambe ci siamo formate in ambito scultoreo gioca un ruolo fondamentale.
A tutto questo si aggiunge l'uso affascinate che la storia della fotografia ha fatto del corpo: le foto erotiche del primo 900, i ritratti femminili, le prostitute di Bellocq, i corpi di Witkin, Woodman, Ballen e la componente performativa che ci portiamo dietro come retaggio dei nostri primi lavori, quando attuavamo delle semplici azioni performative per le vie della città. L'intento era quello di spiazzare e stimolare la gente e, anche a costo di risultare offensive, portarla, per brevissimo tempo, in un' altra dimensione: un mondo surreale, lontano dalla realtà quotidiana (di per se molto più offensiva di qualsiasi nostra azione forse).



venerdì 15 febbraio 2013

RACCONTANDO QB


Pensate mai ad un ipotetico pubblico per i vostri lavori? Vi chiedete chi li guarderà, cosa ne penseranno? Avete una forma di affetto e premura per le vostre immagini una volta che le "spedite per il mondo"?
Non abbiamo mai pensato di rivolgerci ad una particolare categoria di persone Nonostante il nostro lavoro possa essere fraintendibile e di difficile interpretazione, non ne esiste una sola chiave di lettura, lasciamo aperte tutte le vie interpretative, d'altronde ogni persona ha una sua sensibilità e i suoi diversi modi di rapportarsi alle arti.
Siamo convinte che l' Arte sia un dono non per chi la fa, ma per chi la riceve, anche quando cela dei concetti che possono urtare. L'importante è che induca chi la guarda ad una reazione, qualunque essa sia...
Se di forma di affetto si può parlare dunque, questa si cela nel gesto del donare.



CONVERSAZIONI... a proposito di WALLPAPER




Martedì 19 febbraio alle ore 17.30, nell'Aula Magna dell'Accademia di Belle Arti in Sassari si terrà una conversazione aperta al pubblico che prende spunto dalla mostra WALLPAPER del duo quartierino blatta, ancora in corso presso la Galleria L.E.M., per poi spaziare considerando il nudo artistico-fotografico tra kitsch e grottesco, perturbante e manualità domestica andando a rievocare quel «sottile piacere delle manipolazioni alchimistiche» di cui scrisse Calvino. 





foto a cura di Fabio Petretto

Wispering at night with QB......conversazioni con quartierino blatta




La sigla QB fa pensare alle ricette dei dolci "zucchero Quanto Basta"... il che è anche divertente perché associa un senso voluttuoso ai vostri lavori! Ma in realtà è molto lontano dalla vostra poetica, giusto?
Nell'estate in cui iniziammo a fare le nostre prime "performance" si presentò il problema di avere un nome per il nostro duo. Faticammo un po' per trovare qualcosa che ci piacesse, ma, come sempre, la letteratura ci venne in soccorso!
Alla ricerca di qualche idea presi in mano "Delitto e Castigo". Rileggendo la prima pagina m'imbattei nella parola “quartierino”, quello di Raskolnikov si poteva "abbracciare con un solo sguardo"…. era proprio la sensazione d'intimità e miseria che danno quelle pagine che sentivo appartenere al senso del nostro lavoro, appena la lessi capii che avevo trovato quel che cercavo….
Caso volle che in quel periodo stessi leggendo "Le Metamorfosi" di Kafka: la storia di Gregor Samsa, il commesso viaggiatore che una mattina scopre di essersi trasformato in uno scarafaggio, mi impressionò moltissimo, mi balenò quindi l'idea di unire le due cose, e così nacque il nome Quartierino Blatta.
Nei primi tempi avevamo anche stilato una sorta di manifesto del q.b., in cui avevamo messo su carta i punti principali della nostra poetica. Una dichiarazione d'intenti che il nome q.b. ermeticamente racchiude in sé: da un lato il nostro interesse per un certo tipo di letteratura (da cui attingiamo gli scenari per le nostre performance); dall'altra l' interesse per le scienze naturali, come metafora e simbolo chiave per leggere la nostra società.
In particolare per noi la "blatta" è l'animale simbolo dell'emarginazione (sociale, ma sopratutto mentale) e della riorganizzazione dei propri spazi.

giovedì 7 febbraio 2013

QUARTIERINO BLATTA WORKING

...un traffico dell'immaginazione in cui si sfiorano inaspettatamente Graciela Iturbide e Lewis Carroll, Balthus e Bacon, Caravaggio e Floria Sigismondi, Tod Browning e Andrei Tarkovskij con un tocco finale di Baudelaire.



Waiting for Wallpaper


«la realtà fotografata assume subito un carattere nostalgico, di gioia fuggita sull'ala del tempo, un carattere commemorativo»

Italo Calvino



mercoledì 6 febbraio 2013

WALLPAPER

Il duo QB realizza complessi tablaux vivant enigmatici, dilatati dal gioco ostentato di corpi offerti come nature morte in cui una sensualità sublimata lascia dietro di se un retrogusto caramelloso, la stessa sensazione di zucchero cristallizzato che si infrange sugli incisivi ed esplode in bocca, sciogliendosi sulla lingua.

(da Blue Velvet, testo in catalogo di Sonia Borsato)


ISTIGA_2

SABATO 9 FEBBRAIO - H 18 - GALLERIA LEM

WALLPAPER
quartierino blatta





PROMO VIDEO

                   

CONVERS-AZIONI

"facendo foto ai luoghi, non voglio darli per scontati, 
voglio portarli a non dimenticarsi di noi"

Wim Wenders








foto a cura di Fabio Petretto e Gianmarco Porru

martedì 5 febbraio 2013

CONVERSAZIONI ISTIGATE

A PROPOSITO DI FRAMEWORK...


Istiga è una rassegna tripartita, potremmo quasi dire.
L'aspetto espositivo si sposa con quello editoriale - riflessioni compiute sul mondo della fotografia ma che vanno oltre il vincolo della singola mostra - e insieme trovano eco in una dinamica formativa più dialettica: la conversazione.

Accolti dal maggior centro regionale di formazione artistica, quale l'Accademia di Belle Arti è, si svilupperanno incontri che useranno le mostre nello spazio della galleria LEM come trampolino di lancio per riflessioni di ampio respiro andando a toccare non solo grandi temi della fotografia ma sfiorando tutte le altre discipline, spaziando dal cinema alla letteratura, dall'antropologia alla psicologia.
Una occasione di dibattito pubblico per parlare, semplicemente, delle cose che appassionano!


Il primo incontro - dopo il numero 0 con Le mucche di maggio di Salvatore Ligios, oggi, 5 febbraio, alle ore 17:30, aula magna dell'Accademia

lunedì 4 febbraio 2013

Allestimento per FRAMEWORKS_









Vi ricordiamo che la mostra si trova presso:
L.E.M.
Laboratorio Estetica Moderna

via Napoli, 8
07100 Sassari

fino al 6 Febbraio 2013