sabato 16 febbraio 2013

QB... il racconto del corpo

Come siete arrivate ad usare il corpo e quale messaggio trovate racchiuso nella fisicità che non potrebbe essere espresso con altri mezzi?

Il corpo è uno dei pilastri portanti nella composizione delle nostre foto: per le sue forme e la sua capacità di dialogare con ciò che lo circonda è una delle componenti più forti che può apparire all'interno di un immagine fotografica, ci si può giocare in svariati modi.
Siamo consapevoli che, di per sé, è portatore di codici scritti dalla storia e dalla cultura, stratificazione di concetti e di idee... non è semplice lavorare senza imbattercisi soprattutto per noi che non indirizziamo verso un particolare codice interpretativo per non vincolare il lettore ma lasciarlo libero ad interrogarsi davanti all'immagine.
Dal punto di vista estetico indubbiamente il fatto che entrambe ci siamo formate in ambito scultoreo gioca un ruolo fondamentale.
A tutto questo si aggiunge l'uso affascinate che la storia della fotografia ha fatto del corpo: le foto erotiche del primo 900, i ritratti femminili, le prostitute di Bellocq, i corpi di Witkin, Woodman, Ballen e la componente performativa che ci portiamo dietro come retaggio dei nostri primi lavori, quando attuavamo delle semplici azioni performative per le vie della città. L'intento era quello di spiazzare e stimolare la gente e, anche a costo di risultare offensive, portarla, per brevissimo tempo, in un' altra dimensione: un mondo surreale, lontano dalla realtà quotidiana (di per se molto più offensiva di qualsiasi nostra azione forse).



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